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David Hockney: quando l’iPad diventa pittura.

Un omaggio "in maglietta" per David. I love David...

«Disegno fiori sul mio iPhone ogni mattina e li mando agli amici». Non solo sms, email e notizie sull’iPad. Il  pittore britannico David Hockney ha trasformato il famoso tablet della Apple in una tela su cui dipingere e fare arte utilizzando l’applicazione Brushes come la sua tavolozza. Hockney è stato uno degli esponenti della Pop Art degli anni Sessanta ed è considerato uno degli artisti più significativi del ventesimo secolo. Originario dello Yorkshire riporta sull’iPad paesaggi inglesi in cui esplodono colori, resi ancora più brillanti e nitidi dall’effetto digitale.

Ora 151 delle sue opere saranno esposte a Londra in una mostra dal titolo «David Hockney: a bigger picture» che sarà presentata alla Royal Academy of Arts dal 21 gennaio al 9 aprile 2012. «Ho acquisito un nuova libertà – ha detto il pittore – posso portare l’iPad ovunque con me al posto della pittura, dell’olio e dei pennelli. Posso lavorare appena trovo l’ispirazione e posso inviare qualsiasi opera ai miei amici, anche in più copie». Si tratta di disegni, ha aggiunto, che hanno una loro qualità.

«Una volta volta stampati – ha detto l’artista – rassomigliano alla pittura ma sua carta: un pò come acquarelli ma con colori più densi». Tra le opere in mostra anche giganti come «Winter Timber» realizzata con l’iPad nel 2009, ma anche opere del passato dell’artista realizzate con mezzi tradizinali. La mostra è considerata l’evento del London festival del prossimo anno.

Fonte: lastampa.it

nota di nfts: è proprio vero che gli artisti rimangono giovani per sempre. Mr. David ha 75 anni ed è ancora così avanti…o forse dovremmo dire “già” così avanti…?  Auguri. E viva l I-Pad allora se viene usato da uomini del genere. (M.M.)

Andy Warhol, Andy Warhol…più passa il tempo meno possiamo fare a meno di lui…e ora ci offre anche l’occasione per capire se la nostra faccia vale uno “schermo”…

Tutti famosi per 15 minuti; lui, per sempre!

Andy Warhol diceva sempre che tutti nel futuro sarebbero stati famosi per almeno 15 minuti. Una profezia che si è attualizzata in modi di cui non sempre si può andar fieri, tra Grandi Fratelli, Jersey Shores, Lucignoli  e altri format, perlopiù televisivi, il cui unico scopo è -pare- diffondere la mediocrità e il vuoto di certi cervelli (non in fuga, ma mai pervenuti).

E badate che non è detto che Warhol non avrebbe approvato, vista la sua fascinazione per tutto l’universo del POP e dei media. Ma forse un modo migliore per  rendere omaggio a questo suo statement, senza destituirlo così brutalmente dell’aura artistica che gli dovrebbe esser propria, c’è. Il bello è che, pur essendo estremamente ufficiale, è aperto a tutti.

Si tratta di un progetto organizzato dal Moma per la mostra Andy Warhol: Motion Picture – fino al 21 marzo 2011 – realizzata per celebrare le incursioni dietro la macchina da presa dell’artista biondo platino. L’idea è semplice: tutti i fan di Warhol sono invitati (dal MoMA!) a realizzare uno screen test in bianco e nero di 90 secondi e di uploadarlo poi sul sito della mostra.

Non dovete parlare e vi potete bardare con occhiali da sole, cappelli e ciglia finte. Se state fermi immobili meglio: lo screen test serve a verificare la cinematografibilità del vostro volto. Non c’è una selezione: tutti i video finiranno automaticamente sulla opening page del sito, accanto a quelli delle celebs con cui Warhol ha lavorato, da Edie Sedgwick a Dennis Hopper.

Altro che isola dei famosi.

Fonte: Francesca Masoero per http://www.nuok.it

maglietta: www.magliettefresche.com  ( Coin e Upim Pop).

Consigli per gli acquisti. Ultimi giorni di rush per i regali. Per 48 ore Newsfromtshirts consiglia quali magliette regalare.

Andrei alla inaugurazione di qualsiasi cosa, anche di una toilette.

Maglietta perfetta per: presenzialisti; artisti; pseudo-artisti; amanti dell’arte in generale; amanti tout court (…); gay, machi, metrosexual people.

proposta da: www.magliettefresche.com

Che fai, mi cacci? (Ma, detto tra noi, alla fine chi caccia chi?)

Un "mi cacci" di warholiana memoria....

ps: se qualcuno ha la foto della maglietta ( Repubblica l’ha pubblicata ma non permette “copia e incolla” prego inviare a: newsfromtshirts). In regalo un maglietta!

L’oggetto più pop che ci sia è sicuramente la t-shirt, magari recante l’effige dei propri miti personali. E non c’è destra pop senza “guerra delle magliette”. Anche questa è politica postmoderna. È a Milano, in particolar modo, che i supporter finiani si stanno scatenando in vista dell’incontro di lunedì con il presidente della Camera. I militanti lombardi di Fli, in particolare, accoglieranno Fini indossando t-shirt di colore arancione, in ricordo della rivolta ucraina del 2004. L’iniziativa è stata pensata dall’assessore comunale alla Salute e finiano di ferro Giampaolo Landi di Chiavenna. «Ho fatto preparare un centinaio di magliette arancioni – ha affermato Landi – in ricordo dell’ultima rivoluzione liberale europea». Sulle magliette sarà stampato lo slogan “Fini per Milano” che campeggerà anche sullo striscione all’interno del teatro Derby dove è previsto il dibattito. E tra i gadget per i partecipanti al dibattito l’assessore ha preparato anche dei cappellini, sempre arancioni, con su scritto “Laici e liberali con Landi”. Ma i richiami ucraini non saranno l’unico riferimento che campeggerà sulle maglie dei “futuristi” milanesi. All’incontro di inizio settimana prossima saranno infatti in vendita anche t-shirt dal taglio più pop con citazione del celebre dito accusatorio del presidente della Camera nei confronti di Silvio Berlusconi. La composizione ricorda Andy Warhol ed è formata da sei riquadri colorati. Nei due centrali vediamo il volto di un combattivo Gianfranco Fini, nei quattro ai lati il dito indice stesso, vera e propria icona del ritorno della passione politica in Italia. Per chi non avesse capito di che parliamo, la maglia richiama anche una frase esplicativa: «Che fai, mi cacci?». Si tratta, ovviamente, dello scatto d’orgoglio di Fini che, in direzione nazionale del Pdl, si batté affinché il suo ruolo di cofondatore del partito fosse rispettato contemplando anche la possibilità del dissenso e della dialettica interna. In molti, all’epoca, parlarono di uno strappo simbolico, di un’offesa al corpo mistico del capo che il berlusconismo più deteriore è abituato a venerare. Quello scatto, quel dito, quelle parole ruppero un incantesimo. «Per noi quel gesto rappresenta il momento della riappropriazione della politica, del ritorno del polemos, l’inizio di una fase nuova della politica italiana», spiegano gli ideatori della t-shirt che, siamo certi, andrà letteralmente a ruba. Ma lunedì, per Fini, non saranno tutte rose, fiori e… t-shirt. Alcuni ex missini più o meno orbitanti intorno al Pdl stanno già dichiarando battaglia, con tanto di armamentario linguistico becero-feltriano. «Faremo sentire, forte e chiara, la voce dei missini milanesi che chiedono che l’infame traditore Fini se ne vada sia dalla poltrona di Montecitorio che dalla nostra casa di Montecarlo», ha tuonato Roberto Jonghi Lavarini. Quest’ultimo non è affatto sconosciuto, soprattutto nell’ambito della cosidetta “destra radicale”, dove il personaggio è noto come “barone nero”, per ascendenze nobili e preferenze politiche. Jonghi Lavarini ha in effetti attraversato praticamente ogni iniziativa “d’area” nel capoluogo lombardo. Oggi, come da facile copione, lo ritroviamo tra i berluscones di ferro. Sul suo blog, intanto, viene pubblicizzata una commemorazione della Marcia su Roma. Questo il programma: «Tradizionale cena dei camerati milanesi. Saluto degli ex combattenti della Repubblica sociale italiana. Canti, brindisi, lotteria tematica (quota di partecipazione 35,00 euro a testa)». Non è chiaro se il fez lo si debba portare da casa o venga fornito dall’organizzazione. Più sotto campeggia il documento dell’ufficio di presidenza del Pdl con cui veniva cacciato Fini. La quota di partecipazione, in questo caso, non è specificata.

Fonte: Federico Locchi, dal Secolo d’Italia del 23 ottobre 2010

Andy Warhol by Pepe Jeans London. Wharol immortale!

Marilyn + Wharol, accoppiata sempre vincente!

Andy Warhol by Pepe Jeans London: una collezione per lasciare un segno per l’estate 2010. T-shirt e canotte dai colori forti, i colori pop della tavola di Andy Warhol (giallo, blu, rosso, verde e rosa ) riuniscono le originali opere d’arte di Andy Warhol del XX secolo, rendendo ogni capo veramente unico e trasformandolo in un piccolo pezzo di storia. Lavorando a stretto contatto con la Fondazione Andy Warhol, la collezione ripropone le opere d’arte di Warhol tramite un design creativo e innovativo. I capi rappresentano, per chi li indossa, una dichiarazione di originalità e anticonformismo.
Stampe iconiche, come Marilyn, Jackie, la zuppa Campbell’s, Potrait & Flowers, ma anche artisti notturni che ruotavano attorno alla band Velvet Underground, Nico, Edie Sedgwick, sono state sviluppate utilizzando tecniche diverse sui capi in cotone.

Fonte: http://www.megamodo.com