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Per far del male a Brunetta nel giorno del suo matrimonio i precari scelgono un’arma pericolosissima: la maglietta!

Magliette arancioni per dire a Brunetta: vattene! Quale altra arma pacifista conoscete per dire la vostra?

 

Una folta e rumorosa rappresentanza di precari aderenti ai Cobas e provenienti da Napoli e Salerno, ha raggiunto piazza del Duomo a Ravello, per l’annunciata contestazione durante il matrimonio del ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta. La piazza è stata transennata e i manifestanti sono tenuti a distanza di una cinquantina di metri da Villa Rufolo, dove alle 19.30 è in programma il matrimonio.

I manifestanti, circa 150, indossano con magliette arancioni con le scritte «Indignati» e «Jatevenne» (in napoletano: «Andatevene») e portano con sé bandiere rosse e sacchi neri della spazzatura con sopra le foto di Brunetta, Berlusconi, Gelmini e altri ministri.
Intorno alle 18 hanno fatto ingresso nella piazza del Duomo urlando cori di scherno nei confronti del ministro: «Siamo l’Italia peggiore, abbiamo un sogno nel cuore, Brunetta a San Vittore». Tra gli slogan «Cretino, cretino» e «Fuori la mafia dallo Stato». Numerosi gli striscioni con le scritte «Brunetta fannullone» e «L’Italia peggiore siete voi», che riprendono note frasi provocatorie pronunciate dal ministro. I manifestanti, guardati a vista dalla polizia, hanno tenuto un comizio per spiegare le ragioni della loro protesta.
TENSIONE – C’è stato un momento di tensione quando il presidente della Provincia di Salerno, il deputato del Pdl Edmondo Cirielli, stava attraversando la piazza di Ravello: è stato raggiunto dalle invettive di un precario che lo ha invitato ad andarsene e ha risposto con un gestaccio eloquente, suscitando la reazione di tutti gli altri manifestanti che a quel punto hanno urlato contro di lui. L’episodio non ha avuto altre conseguenze. Cirielli, infatti, ha lasciato la piazza per imboccare una strada adiacente.

I POLIZIOTTI – Una ventina di poliziotti campani, aderenti al sindacato indipendente Coisp, hanno esposto striscioni tra i tavolini dei bar della piazza antistante villa Ruffolo e sagome di agenti feriti con la scritta «ci avete pugnalato alle spalle» per manifestare contro i tagli di risorse alle forze dell’ordine.

Sulle T-shirt bianche la scritta «Meglio panzone che coglione», anche questo un riferimento a una frase di Brunetta. Le sagome dei poliziotti pugnalati erano già apparse negli anni scorsi sul red carpet del Festival del cinema di Venezia, e ora vengono offerte satiricamente come dono di nozze.
CONTESTAZIONE NOZZE BRUNETTA
Il sindacato ha invitato il ministro a «accettare di buon grado» il regalo e «guardandolo a ricordarsi che con gli esclusivi e costosissimi regali che Brunetta ha inserito nella sua lista nozze potrebbe pagare un terzo degli straordinari anche di quei colleghi che sono impegnati a difendere la sua preziosissima privacy».

Nella lista nozze figurano ulivi, palme e altri alberi per il giardino (da 4.500 e 800 euro), lampade (fino a mille euro), tappeti vintage (fino a 6 mila euro), sette tavoli da pranzo, cristalliere (5 mila euro) e così via. In piazza anche alcuni cassintegrati della Irisbus, azienda del gruppo Fiat-Iveco con sede in Flumeri (Avellino) dove a causa dell’avvenuta cessione dell’azienda ci sono 700 posti di lavoro a rischio.
CONTESTAZIONE NOZZE BRUNETTA
IL RICEVIMENTO – Il matrimonio tra Renato Brunetta (61 anni) e Tommasa (Titti) Giovannoni (48 anni) è previsto alle 19.30 a villa Rufolo, gioiello di architettura medioevale con uno dei più bei giardini d’Italia. Il matrimonio con rito civile sarà celebrato dal sindaco di Ravello, Secondo Amalfitano. Cena a base di pesce al belvedere a picco sul mare di villa Ruffolo, con 200 invitati.

Blindatissimo tutto il centro di Ravello, chiuso al traffico dalle 8 di sabato mattina. L’esclusiva dell’intero evento è stata ceduta al settimanale «Chi»: i proventi, si parla di 25 mila euro, saranno devoluti in beneficenza alla poco nota associazione «I bambini del sorriso». Al matrimonio partecipano i ministri Angelino Alfano, Maurizio Sacconi e Maria Stella Gelmini, arrivati venerdì sera a Ravello con gli sposi e con il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto. Atteso anche il presidente del Senato Renato Schifani.

Fonte: Corriere.it

L’appello del falco: ‘Presidente, recuperi anche me!’

Fabio Granata, finiano, così titola sul suo sito www.fabiogranata.com una lettera aperta a Silvio Berlusconi che nasce a seguito delle voci odierne che danno per braccati i cosidetti finiani…per ogni finiano dieci deputati pdl dovranno darsi da fare per: scovarlo, convincerlo a tornare all’ovile e redimerlo…altrimenti, forse, sopprimerlo.

Con Fabio Granata, se leggete quando ho appena scritto sul suo sito, sarà molto dura…

Comunque la maglietta lo esprime bene: il mio cuore appartiene a un falco. Dice.Non vogliamo regalarla questa sera a Fabio Granata questa maglietta emblematica?

Un falco che evidentemente vuol bene all'Italia...

Caro Presidente Berlusconi,

ho letto della sua volontà di recupero, sotto la sua ala magnanima e protettrice, dei ‘finiani moderati’…  a parte che lei (ed è la sua parte, mi creda, che maggiormente apprezzo) non è mai stato moderato in niente e riconoscendo in questo qualcosa che ci accomuna profondamente, so per certo che i moderati non le stanno simpatici neanche un po’.

E allora, mi ascolti, recuperi i falchi. Mi recuperi!!!

In fondo basta poco: inizi convincendosi che Dell’utri (con annessi eroi) Cosentino e famiglia, Verdini e commensali non le sono esattamente di grande utilità lungo il difficile percorso di costruzione di una grande forza europea e modernizzatrice.

Mi ascolti. Li faccia dimettere e li reimpieghi in altre delle sue molteplici attività: hanno capacità e relazioni, seppur pericolosissime, utili a quasivoglia impresa, tranne alla più nobile: quella politica.

Poi ci proponga una riforma della giustizia che velocizzi i processi, senza farli andare in prescrizione, dando giustizia sia alle vittime che agli innocenti e dia risorse ingenti e nuove professionalità e strumenti alle Procure e alle forze dell’ordine, magari smettendo di insultare le prime e trovando i soldi per gli straordinari alle seconde.

Metta definitivamente da parte scudi, lodi e leggi ad personam: vada, invece, alla fine del suo mandato, a difendere davanti ai giudici il suo onore e la sua sacrosanta volontà di rivendicazione della sua trasparenza.

Il 19 luglio, poi, lasci stare il Premio Aznavour e venga con noi in Via D’Amelio a ribadire all’Italia chi sono gli eroi, senza se e senza ma!

Inoltre applichi alla politica del suo Governo il suo indiscutibile amore per la bellezza italiana, espellendo senza bisogno di probiviri, chiunque proponga condoni e sanatorie, avviando la più grande azione di ripristino della bellezza e del paesaggio di tutti i tempi, bloccando cemento, pale eoliche e speculazioni edilizie, con buona pace di cricche e mafie.

Non le chiedo, pur non essendo moderato, di sostituire i triumviri con Bocchino, Briguglio e Granata poiché con questa operazione perderebbe molte colombe finiane e non sarebbe un buon consiglio, ma almeno sostituisca gli attuali attraverso un sorteggio tra tutti i parlamentari del Pdl: se esclude gli ex An (che, oggettivamente, potrebbero aggravare la situazione) non potrà che rilanciare il partito, chiunque venga sorteggiato.

Oppure, con decisionismo schimttiano nomini Fabrizio Cicchitto: è leale senza essere servile, è uno dei pochi ad aver letto qualche migliaio di libri, è ironico e, mi perdoni Presidente, è anche romanista come me (quindi abituato anche alle sconfitte)!

Sostituisca poi, la prego, Capezzone… lo mandi al Grande Fratello e metta al suo posto Mara Carfagna: bella, onesta, di buona famiglia, intelligente.

Due ultime richieste: richiami Kakà e Sheva e ridia il Milan a Leonardo, riconquistando così, oltre il falco padre,la falchetta Andrea, milanista che non gliele ha mai perdonate.

Infine, vada a trovare Gianfranco Fini (dopo aver spostato Feltri a dirigere Chi, dove farà cose egregie) e gli chieda scusa per tutto, iniziando a pensare che in politica la discussione, il confronto, la trasparenza, la legalità non sono il demonio ma l’unico metodo per far diventare un grosso partito, un grande partito per “far bene cose di interesse comune”.

Presidente, in attesa della sua risposta, ho il dovere però di sottolinearle l’unico rischio della mia piattaforma: ‘ritrovarci’ con un Pdl fatto da 34 deputati e 10 senatori. Sono i rischi dell’audacia!

Contro tutti i moderati e i moderatismi, hasta la Victoria Presidente.

Fabio Granata (falco)

E con ciò il “falco” Granata con Berlusca ha chiuso. Per sempre!. (ndr)

In Aula Cicchitto legge il biglietto del Cavaliere.

per la maglietta:  www.magliettefresche.it

Il tuo segreto con me è al sicuro...ma siamo certi? Non sembrerebbe.

«Dopo l’intervento di Franceschini è bene che, se puoi, tu avvalori e rafforzi i nostri risultati in materia di antimafia e legalità». Firmato, Silvio.
Poche righe contenute in un bigliettino che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, seduti nei banchi del governo, alla Camera, ha fatto pervenire al capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto che si accingeva a prendere la parola, per le dichiarazioni di voto sulla sfiducia a Caliendo, dopo l’intervento del capogruppo del Pd.

Sguardo intenso, concentrazione massima. Cicchitto cerca di decifrare il pizzino del Maestro...ce la farà?